Atmosfere di assoluta rarefazione e desiderio di condensare in una prosa stretta e serrata un pensiero che, in un tempo di chiusura e di limiti, si affaccia con tutta la sua potenza nel cerchio della riflessione e della meditazione sulla vita e sui cambiamenti che un evento pandemico ha imposto all’improvviso nella nostra quotidianità, travolgendo vite, abitudini, relazioni, sentimenti. In una parola, tutto.Le due scrittrici, amiche di lungo corso, non faticano a dire l’una dell’altra e l’una all’altra in un dialogo indistinto, tenuto a distanza, e sostanziato da una forte reciprocità dell’avvertire e del sentire. Oltre infatti all’avvertimento di quello che la realtà, nei lunghi mesi di clausura, ha portato all’attenzione e ha fatto registrare nella prosa di concetto della narrazione,
c’è il bisogno di andare oltre; c’è l’urgere di un vedere sotto l’apparenza, che a pochi
è dato, nella fuorvianza di tanti messaggi, nell’approssimazione di tanti modelli, nella insignificanza di tante immagini e di tanti slogan che dettavano il nostro vivere e omologavano il nostro sentire e le nostre anime. […]
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