Maddalena era una bimba di cinque anni nel 1943 e di sette anni nel 1945. Oggi rivive gli anni della sua infanzia con memoria vivida e con immediatezza comunicativa, svelando di sé in prima persona emozioni serbate nell’urna del cuore come preziosa reliquia: sono tracce sedimentate di vicende trascorse, che non possono essere mutate, ma possono suggerire partecipazione e compassione per tutti i dolori che la guerra, qualunque guerra, comporta.
I protagonisti di “Aspettando il sole” sono tanti e di ogni età e condizione: non sono creature di penna, ma sono creature vive e vibranti di umanità semplice, naturale, vera. Ne senti il battito arterioso nelle parole evocatrici di dolcezza, di dolore, di meraviglia per le piccole cose conosciute e sconosciute, di relazioni familiari ed amicali; e di delicata levità è pervasa perfino la descrizione di fame patita, di mancanza di beni essenziali e di tragiche morti. Non c’è la traccia della disperazione, al contrario lasciano traccia gli umanissimi gesti di solidarietà e di condivisione.
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